La classe è più motivata grazie all'assistente linguistico/a

L'opportunità di lavorare come assistente linguistico/a in Svizzera è esattamente ciò che desiderava. È quanto afferma la giovane svizzero-canadese Leslie Schmid. La classe e il corpo insegnante della scuola cantonale di Zug apprezzano la diversità in classe.

Tre persone che parlano in classe.

«Il 10 marzo 1998!» La risposta è immediata. Proprio quel giorno Leslie Schmid e la sua famiglia hanno lasciato il Comune solettese di Welschenrohr per emigrare in Canada, nella città di Chesterville in Ontario. Qui l’ormai ventiquattrenne ha anche studiato inglese come lingua straniera e pedagogia.

Volevo semplicemente tornare alle mie origini e allo stesso tempo fare le prime esperienze professionali.
Due persone sedute a un tavolo.
L'assistente vocale guarda a sinistra e sorride.

Più motivazione nell’apprendimento, un buon modello per gli allievi

E gli allievi sono molto affezionati alla giovane assistente linguistica. «Delle ore di inglese trovo davvero entusiasmante che Leslie ci racconti del suo paese e anche che sia così giovane. Ci insegna la lingua in un modo tutto nuovo, a cui non siamo abituati a scuola», spiega la sedicenne Julia che segue le lezioni della giovane assistente una volta a settimana. La sua amica Johanna, sua coetanea e compagna di classe, aggiunge: «Leslie ci fa imparare in modo divertente, per esempio con giochi di parole come la sciarada.»

Julia racconta anche di un altro aspetto positivo delle lezioni di inglese con la doppia cittadina svizzera-canadese: «Ha davvero una bella pronuncia.» Il fatto che Leslie venga dal Canada fa una grossa differenza. «La prendiamo come un modello e cerchiamo di parlare come lei, perché ascoltandola impariamo e ci rendiamo conto di come dovrebbe essere pronunciata una parola.»

Prendiamo Leslie come un modello e cerchiamo di parlare come lei, perché ascoltandola impariamo e ci rendiamo conto di come una parola dovrebbe essere pronunciata.

Entrambe le allieve affermano che grazie all’esperienza di Leslie hanno compreso quanto può essere arricchente uno scambio e non escludono, un giorno, di andare anche loro in Canada.

Johanna in proposito dice: «Ce ne ha fatto proprio innamorare.» Certamente, una volta finita la scuola, vorrebbe partire per uno scambio di un anno in Canada o in un altro paese anglofono. «Così si fanno entrambe le cose contemporaneamente:
si impara meglio la lingua e si prosegue la propria formazione!» Eppure né Julia né Johanna sono molto brave nelle lingue. Julia in futuro vorrebbe studiare criminologia, mentre Johanna medicina veterinaria. In più, entrambe sono sicure di voler studiare in Svizzera.

Ma in seguito... perché non fare un’esperienza professionale all’estero? Con un sorrisetto, Johanna risponde solo: «Gli animali ci sono in tutto il mondo...»

Una persona si siede al tavolo e incrocia le braccia.

Insegnare a metà classe: un vantaggio anche per gli insegnanti

Il liceo cantonale di Zugo impiega già da parecchi anni assistenti linguistici per l’insegnamento delle lingue. Richard Vogt, insegnante e responsabile nell’ambito della lingua inglese presso il liceo cantonale di Zugo, riferisce di esperienze del tutto positive. Ritiene sia un grande vantaggio potersuddividere la classe grazie al sostegno degli assistenti linguistici. «Così posso concentrarmi in modo più mirato sulle diverse esigenze degli allievi.» Per esempio, una delle sue attuali classi è molto eterogenea, per la presenza di molti allievi di madrelingua inglese.

Le lezioni sono certamente arricchite.

«Fare lezione con metà classe mi permette di riunirli in un gruppo e inserire nell’altro gli allievi per i quali l’inglese è davvero una lingua straniera.»

Capita che ogni tanto gli allievi approfittino del fatto che Leslie, oltre all’inglese, parla tedesco perfettamente? Il signor Vogt ride e fa segno di no con la testa: «Lo sanno solo in pochi!» E anche Leslie smentisce assolutamente. Se qualcuno dei suoi allievi prova a parlarle in tedesco, lei risponde sempre in inglese di non aver capito. Tuttavia accade raramente e la maggior parte di loro si è sforzata fin dall’inizio di esprimersi solo in inglese.

I giovani svizzeri all’estero aprono nuovi orizzonti

L’insegnante Vogt ritiene che la presenza degli assistenti linguistici sia un vantaggio anche per altri motivi: «Ognuno di loro, con la sua giovane età, riesce a motivare gli allievi in una maniera differente.» E le lezioni sono certamente arricchite perché gli allievi possono conoscere di più del paese di origine degli assistenti linguistici direttamente attraverso le loro parole. In fondo, apprendere una lingua vuol dire anche imparare di più sulla cultura di un altro paese. «L’ideale, secondo me, sarebbe avere
assistenti da ogni angolo del mondo in cui si parla inglese – Nuova Zelanda, Sudafrica o Giamaica.»

Due alunni e l'assistente linguistico durante una conversazione.

Per motivi legali e organizzativi, finora gli assistenti collocati da Movetia provenivano quasi esclusivamente da Gran Bretagna o Irlanda. Collocando gli svizzeri all’estero, Movetia apre nuovi orizzonti. Leslie Schmid non sa ancora se in estate, alla fine di questo anno scolastico, riprenderà la via del Canada. Al momento sta cercando lavoro qui, le piacerebbe fare un altro anno da assistente linguistica in una scuola in qualunque parte della Svizzera. Il liceo cantonale di Zugo, intanto, farà di nuovo richiesta a Movetia per altri assistenti linguistici. Magari il prossimo svizzero all’estero verrà dall’Australia?

Opportunità di sostegno

  • Acquisire esperienza d'insegnamento

    Studenti/esse o laureati/e lavorano come assistenti linguistici/che in una scuola ospitante in un altro paese.

  • Impiegare un/a assistente di lingua

    Gli / Le assistenti linguistici/che sostengono gli / le insegnanti, motivano gli / le allievi/e a parlare e portano la diversità culturale in classe.

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